IRENE RIPAMONTI

DIRIGENTE CATEGORIA PULCINE

COSA TI HA SPINTO AD ENTRARE NELLA SOCIETÀ DEL TABIAGO?

 

“Sono entrata nella società del Tabiago solo l’anno scorso, la motivazione è semplice e forse molto banale: una mia amica che con l’inizio della nuova stagione avrebbe iniziato ad allenare le Pulcine mi ha chiesto se avessi potuto aiutarla da un punto di vista più organizzativo e burocratico. Io ho accettato molto volentieri sia perché adoro stare con bambini/bambine e sia perché ho voluto mettermi in gioco e imparare cose nuove. Così sono entrata a far parte della società del Tabiago e ne sono felice, mi trovo bene e soprattutto ho fatto nuove conoscenze.”

 

QUALI FATTORI SONO FONDAMENTALI PER CONDURRE UNA BUONA DIRIGENZA?

 

“Sicuramente non è facile essere dirigente di una squadra o di qualsiasi altra cosa, hai molte responsabilità e devi imparare a gestire determinate cose per conto tuo; quindi i primi due fattori importanti sono responsabilità e autonomia. Poi ovviamente sono necessari organizzazione e capacità di trovare soluzioni ai diversi ostacoli che si possono presentare durante l’anno. Credo servano molta pazienza e consapevolezza del fatto che si può andare incontro a idee contrastanti, le quali devono essere sempre prese in considerazione. Infine trovo necessarie la serietà nel compiere i propri compiti e la capacità di comunicare tra le persone della società e non.”

 

CHE ELEMENTI NON DEVONO MANCARE PER FAR FUNZIONARE BENE UNA SOCIETÀ SPORTIVA?

 

“Sono dell’idea che per far funzionare bene una società sportiva ci sia bisogno di una buona organizzazione e di persone disposte ad impegnarsi per garantire un minimo di stabilità attraverso presenza e disponibilità. Anche in questo caso non può mancare il fattore della comunicazione, credo infatti sia essenziale parlare, tra i vari componenti, di problemi, difficoltà e dubbi che si presentano così da aiutarsi a vicenda e avere tutto sotto controllo. Importante anche parlare delle varie soddisfazioni e traguardi raggiunti all’interno del proprio team così da essere sempre a conoscenza di come funziona e cosa succede all’interno della società.”

 

QUANTA IMPORTANZA HA IL CALCIO NELLA TUA VITA?

 

“Ad essere sincera io ho sempre considerato il calcio come uno dei tanti sport esistenti. Mi sono avvicinata da poco a questo sport e quindi ho ancora molte cose da scoprire, però ammetto che ha iniziato a coinvolgermi e stupirmi in positivo. Ora come ora nella mia vita il calcio rappresenta un impegno da portare avanti, che mi regala però tante soddisfazioni e interesse di andare avanti e scoprirlo in tutte le sue sfumature. Quindi mai dire mai e chissà magari potrà diventare una passione in futuro.”

COSA RISPONDI A TUTTI QUELLI CHE DICONO CHE IL CALCIO FEMMINILE NON SARÀ MAI ALL’ALTEZZA DI QUELLO MASCHILE?

 

“Credo che la colpa non sia interamente di chi lo pensa, ma in buona parte anche della società che impone queste idee. Si ha una visione del genere femminile ancora come il più debole e per natura inferiore al genere maschile, nonostante negli anni ci siano state dimostrazioni che le donne valgono quanto gli uomini, in alcuni casi anche di più. Penso che tutti siano all’altezza di tutto, sono solo le convinzioni delle persone a creare delle aspettative o dei limiti. Quindi trovo questa frase alquanto maschilista, ma purtroppo condivisa da molti.”

 

SECONDO TE QUANTA IMPORTANZA HA IL SETTORE GIOVANILE? 

 

“Penso che lo sport nella vita di un ragazzo-a/adolescente/bambino-a abbia un’importanza rilevante. È grazie allo sport infatti che un individuo inizia a conoscere se stesso, le sue capacità, e i suoi limiti; inizia a superare le sue paure e a non farsi abbattere dalle sconfitte. Grazie allo sport si imparare a crescere ed anche a relazionarsi tra compagni di squadra e avversari. Quindi credo che il settore giovanile sia di una grande importanza.”

 

NEL SETTORE GIOVANILE OLTRE AL BUON RAPPORTA CON LE GIOCATRICI È IMPORTANTE ANCHE IL DIALOGO CON I GENITORI? 

 

“Sono dell’idea che il dialogo con i genitori sia necessario ma solo in alcune categorie, quelle più basse, ovvero in quei casi dove le giocatrici sono ancora “piccole” e hanno quindi ancora bisogno del supporto dei genitori. Ma penso che quando le ragazze sono già un po’ più grandi sia importante anche responsabilizzarle, interpellando i genitori solo in casi necessari, lasciando così che le ragazze si gestiscano in modo autonomo.”

 

SECONDO TE È GIUSTO FERMARE I CAMPIONATI A CAUSA DEL COVID?

 

“Stiamo vivendo un periodo talmente delicato che è tanto difficile riuscire a capire cosa sia giusto e cosa no. Secondo la mia opinione è bene stare alle regole che ci impongono i vari decreti, in quanto dettate da persone più esperte e competenti. Quindi rimandare le varie gare sportive e gli allenamenti lo trovo giusto e sensato; nello sport infatti sono tanti i contatti con le altre persone, per il più delle volte anche estranee, quindi penso sia giusto rimandare tutto a quando si potrà riiniziare a vivere tutto ciò in maniera più spensierata e serena e godendosi tutto ciò che il calcio offre, senza preoccupazioni.”

 

NEL PERIODO DI LOKDOWN COSA TI È MANCATO DI PIÙ DEL CALCIO?

 

“Durante questo periodo di lockdown mi è mancato soprattutto il lato relazionale del calcio; stare con le bambine, ascoltare i loro discorsi e cercare di rispondere a tutte le loro domande. Mi sono affezionata a loro e dunque sento la loro mancanza.”

 

DESCRIVI IL CALCIO CON TRE PAROLE

 

“Gruppo, divertimento e obiettivi.”

 

 

Casari Sofia

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