MICHELA BENNATO

A CHE ETÀ HAI INIZIATO A GIOCARE A CALCIO? 
DESCRIVICI LA TUA STORIA CARRIERA CALCISTICA 
 
“Esattamente 17 anni fa, in un paesino di nome Paina ho iniziato a tirare i miei primi calci al pallone nella squadra dell’oratorio, giocandoci per 5 anni. Ho poi giocato 7 stagioni nel real meda partendo dalle giovanissime, per poi passare alle juniores e infine ho raggiunto la prima squadra che disputava il campionato in serie B. 
Ho poi conseguito 2 anni in serie C con la Pro Lissone. L’anno successivo ho disputato il campionato con il Biassono. 
Attualmente sto giocando la seconda stagione a Tabiago.”
 
COSA TI HA SMOSSO LA PASSIONE PER IL CALCIO? 
 
“Nella mia famiglia, da parte paterna, è “tradizione” giocare a calcio, mio papà ha sempre giocato e anche mia cugina ha iniziato a giocare in tenera età raggiungendo poi la serie A. Fin da piccola ho sempre avuto la “vocazione” per il calcio anche se mia mamma non era molto d’accordo, infatti ha sempre tentato di iscriverla a ginnastica ritmica. Però la passione per la palla era troppo forte e infatti un giorno dissi a mia mamma “o mi porti al campo o ci vado da sola” e dai lì iniziò il mio percorso calcistico.”
 
COME È IL TUO GIORNO PRE PARTITA?
 
“Nel mio giorno pre partita immagino spesso come potrà andare la partita, cosa succederà, mi vedo nello spogliatoio pensando al discorso della mister e ipotizzando la formazione… poi in campo mentre giocoe immagino azioni che vorrei riuscire a compiere il giorno successivo insieme alla mia squadra…”
 
A CHE COSA PENSI PRIMA DI UNA PARTITA? 
 
“Prima della partita ripenso all’allenamento svolto in settimana con la squadra e cerco di focalizzarmi sulle mie emozioni per far sì che l’ansia diventi fonte di energia piuttosto che paura di sbagliare… poi va beh io sono “uomo spogliatoio”, se non dico boiate per togliere la tensione pre partita non sarei io… ormai la mia squadra sa che arrivo io e arriva la stupidera”
 
A CHE COSA PENSI DOPO AVER VINTO UNA PARTITA DIFFICILE? 
 
” Dopo aver vinto una partita difficile l’entusiasmo è alle stelle è quasi non sento la fatica… vincere una partita è bello, vincere una partita difficile significa essere riuscite tutte insieme a essere in partita, viaggiare nella stessa direzione e essere riuscite a mettere in atto tutto ciò che la mister voleva e ci ha spiegato in allenamento.”
 
COSA HAI PENSATO NEL MOMENTO IN CUI TI SEI INFORTUNATA? 
 
” L’infortunio… potrei non smettere più di fermare le prole su questo argomento… nel momento in cui il mio ginocchio ha fatto crack e si è girato stavo svenendo… soltanto gli schiaffeggi delle mie compagne mi hanno tenuto cosciente… ho capito subito che era qualcosa di veramente grave perché comunque il ginocchio girato l’avevo visto e il dolore lancinante che ho sentito non era per nulla incoraggiante… l’unica cosa che mi rimaneva in quel momento era sperare di aver rotto il meno possibile.. purtroppo poi l’esito del referto mi ha dato una bella pugnalata: lussazione della rotula con conseguente rottura di crociato, menisco, alare mediale e collaterale … ho pianto per più sere consecutive e la paura dell’operazione e di non riuscire più a superare psicologicamente ciò che era accaduto era forte… e inoltre non era solo abbandonare per un po’ la mia passione, ho dovuto anche smettere di lavorare perché non camminavo e sperare che mi rinnovassero il contratto… 
Poi dopo l’operazione pensavo che fosse tutto in discesa, invece è lì che cominciava il vero ostacolo…”
 
CHE COSA HAI PROVATO QUANDO TI HANNO DETTO CHE DOVEVI STARE FERMA TUTTO QUEL TEMPO? 
 
” Il mio ginocchio era bello conciato e durante la riabilitazione, che dura tutt’ora, capitava spesso che andasse tutto bene e poi tac, dolore, gonfiore e mi dovevo fermare… all’inizio faceva vermamente tanto male e ho butttao via mesi, inoltre la quarantena non ha aiutato… più volte ho pensato di abbandonare e ho parlato anche con una amica della mister che fa la Mental coach, mi ha aiutata molto, ho iniziato a pensare positivo e ad avere PAZIENZA… ora inizio a vedere i risultati e più vedo cose positive, più sento che la voglia ritorna e la grinta mi dà energia per andare avanti e tornare accanto alle mie compagne… alcune compagne mi avevano scritto un messaggio il giorno del’operazione, quelli sono la mia dose maggiore di coraggio e determinazione per andare avanti”
 
IN QUESTO PERIODO SENZA CALCIO COSA TI È MANCATO DI PIÙ? 
 
” Il campo, la stanchezza a fine allenamento, lo spogliatoio, la domenica sacra della partita… io vivo di calcio, mi è mancato TUTTO” 
 
COSA È SECONDO TE FONDAMENTALE PER UNA SQUADRA?
 
“L’intesa, l’intelligenza, la complicità, la voglia, la grinta di fare un buon gioco, un bel gioco… bisogna remare nella stessa direzione, se no non si va da nessuna parte” 
 
COSA È IL CALCIO PER TE? 
 
“Per me il calcio è la mia più grande storia d’amore. 
Forza psicologica oltre a quella fisica, forza di remare avanti e non restare fermi, forza di superarsi e forza di superare gli ostacoli anche quelli più alti. 
Non è facile, non lo è per niente, ma è questo che ci fa crescere perché è con il dolore che si diventa grandi. 
Quando vedi di fronte a te un tunnel senza luce in fondo la cosa più facile da fare sarebbe accasciarsi a terra e smettere di respirare, però quando si hanno al proprio fianco le persone giuste saranno queste che fungeranno da lampioni nell’oscurità per riportarci a galla nella realtà. 
Ecco l’infortunio è stato un periodo difficile, in salita e buio, ma grazie ad alcune persone e grazie alla passione immensa che nutro per il calcio sto riuscendo a tornare in campo più forte di prima. Il calcio è tutto, il calcio è determinazione, grinta, liberazione è un immensa passione che ha sempre fatto parte del mio cuore. 
La squadra al centro di tutto senza questa non ci sarebbe gioco. Complicità con le compagne ecco il trucco. Una voglia collettiva di dare sempre il massimo per portare a casa il risultato e per uscire dal campo a testa alta. Testa, cuore e gambe questi tre concetti sono complementari, sono come un motore. Senza cuore non si può arrivare da nessuna parte, perché è il vero amore verso il calcio che ci può portare in alto.”

Casari Sofia

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