Camilla Galbusera classe 2000 fin da bambina aveva le idee chiare sul suo futuro: il calcio come stile di vita.
Ha iniziato a praticarlo all’età di 4 anni e fino ai 13 ha giocato in figc con i maschi. A 14 anni è passata alle giovanissime dell’Inter vincendo il campionato, per poi passare l’anno successivo nella primavera. Ha conseguito 3 anni nel Monza vincendo nel primo anno il campionato di serie C e disputando il secondo in B. Attualmente sta giocando il secondo anno a Tabiago. Si può dire che ha alle spalle una bella esperienza calcistica.
Cosa fa Camilla prima, durate e dopo una partita?
Prima di una partita ascolta sempre musica che carica e pensa a ciò che ha fatto in allenamento perché anche nel calcio si raccoglie sempre ciò che si semina, ma non pensa troppo perché solo con la mente libera e con la consapevolezza delle proprie capacità si può ottenere una bella prestazione.
“Durante la partita capita di sbagliare, ma è questo che ci deve dare più forza per lottare. Si ha tutto il tempo dopo il triplice fischio per abbattersi. Ma quando si è in campo non bisogna mollare nemmeno per un secondo.”
Cosa vuol dire segnare?
“Il gol è l’essenza del calcio per Camilla. Senza mettere la palla in rete non si possono vincere le partite. La capacità di fare gol e di finalizzare è ciò che fa spiaccare una squadra e la fa distinguere dalle altre.”
Cosa la sprona ad andare avanti?
“La passione. Il calcio è la cosa più importante per Galbusera, senza calcio non sa vivere. Infatti anche nel periodo di lockdown era sempre attaccata alla palla. Il calcio per lei è come droga, una vera e propria dipendenza.”
In che ruolo giocherebbe se potesse scegliere?
“Partendo dal presupposto che ama il suo ruolo, le piacerebbe giocare come trequartista in modo tale da sfruttare le abilità che ha nella fase offensiva.”
L’io in campo coincide con l’io nella vita quotidiana?
“L’io in campo combacia pienamente con l’io fuori dal campo perché è una persona che quando vuole una cosa la ottiene a tutti i costi, come quando deve recuperare una palla, è generosa come quando deve aiutare in difesa, è determinata come quando deve segnare un gol per pareggiare o vincere una partita.”
Camilla cosa è il calcio per te ?
“Il primo amore, la prima sofferenza per un gol sbagliato, la prima volta che ho posto resistenza per mantenere il risultato. Non dimenticherò mai la prima volta che ho esultato con il battito accelerato. Ciò che mi fa stare bene, ciò che mi fa liberare la mente, ciò che mi fa rimanere attaccata al presente. Perché per vivere non ho bisogno di niente, ma toglietemi il pallone e lì si che mi sentirei perdente. Cosa ci posso fare senza calcio non ci so stare. Quando l’arbitro fischia l’inizio è lì che inizio a lottare, per soddisfare tutti i sacrifici, per far avverare tutti i miei sogni, per farmi valere e nel calcio non mi so contenere, do tutto dal primo all’ultimo minuto, dall’inizio alla fine per uscire a testa alta e se andrà male mi ricordo sempre che c’è ancora un secondo tempo da giocare.”
Casari Sofia